Paolo Gulisano è un apprezzato autore di saggi storiografici e letterari: tra le altre cose, si è occupato delle insorgenze cattoliche in Messico, dell’opera di J.R.R. Tolkien, di Chesterton e Belloc e della storia della Scozia. Di recente ha pubblicato per le Edizioni Ancora un libro su un tema affascinante: una storia dell’Irlanda medievale e dei suoi personaggi di spicco. Ne L’isola del destino Gulisano traccia lo sviluppo del sentimento nazionale irlandese di pari passo con il processo di cristianizzazione, prima, e di esportazione del modello culturale monacense attraverso il continente, dopo. Come è noto, infatti, l’Irlanda diede i natali a molti religiosi itineranti che fondarono monasteri un po’ in tutta l’Europa occidentale, contribuendo a preservare, attraverso la tradizione amanuense, un ricchissimo patrimonio letterario: non soltanto gli autori classici, ma anche testi patristici, leggende popolari e un vero e proprio corpus mitologico di origine assai risalente (questo tema è affrontato anche in un altro libro di recente pubblicazione, A History of the Irish Church di J. Walsh e Th. Bradley). L’animo “arcaico” dell’Irlanda è poi sopravvissuto a lungo, conservandosi in certa misura sino ai giorni nostri: esso spiega il fascino che ancor oggi quest’isola esercita su chi sente il richiamo delle radici e dell’identità, e intende coniugare i valori del passato con uno sviluppo attento all’ambiente naturale, al sentimento religioso, alla semplicità dei modelli di vita. Abbiamo conversato con Paolo Gulisano proprio su questi aspetti.
Per quale ragione un libro sull’Irlanda?
La mia è una storia d’Irlanda, ma soprattutto degli irlandesi. Il libro nasce dal desiderio di offrire a tutti coloro che si interessano dell’Irlanda, una terra antica, affascinante, diventata negli ultimi anni oggetto di sogno e di desiderio per i tanti che la visitano o si accostano alla cultura o alle sue vicende storiche, un quadro di insieme della sua storia e della sua identità.
Quali sono le caratteristiche salienti del medioevo irlandese?
La civiltà irlandese si affacciò sulla storia europea a partire dal V secolo, quando il continente vide crollare il secolare Impero Romano. Gli antichi romani non avevano considerato l’Irlanda degna delle loro attenzioni, ed essa fu “conquistata” in modo assolutamente pacifico dal Cristianesimo, che seppe sviluppare tutte le potenzialità dell’antica cultura celtica, dando vita alla mirabile civiltà irlandese medievale, una civiltà di monasteri, di castelli, di villaggi ove fioriva la vita dei clan.
Che eredità ha lasciato quel passato all’Europa?
L’Irlanda non visse il suo Medioevo in uno splendido isolamento insulare, ma si volse con curiosità all’Europa, portandole il suo significativo e originale contributo, che il mio libro si propone di far apprezzare, quello degli uomini che inviò sul continente – monaci, santi, cavalieri, studiosi – a forgiare l’Europa, e che lasciarono un segno profondo in tutto il Medioevo dalla Francia alla Germania fino all’Austria per arrivare alla corte longobarda di Teodolinda che ebbe nell’irlandese San Colombano un prezioso consigliere, per finire con gli studiosi presenti alla corte di Carlo Magno, che influenzarono con le loro idee la nascita del Sacro Romano Impero.
L’Irlanda di oggi sta vivendo una straordinaria crescita economica. Credi che questo possa minarne l’anima più autentica?
Molte cose sono cambiate in Irlanda negli ultimissimi anni, che hanno visto il paese protagonista di un eccezionale boom economico che ha portato grande benessere. La mentalità sta cambiando e ci si avvia ad una certa omologazione con il resto dell’Occidente; il quadro dell’identità irlandese è oggi composito, in discussione, ma allo stesso tempo ancora nitido, e gli irlandesi cominciano ad avvertire l’esigenza di salvaguardarlo, soprattutto attraverso la cultura.
E certo il libro di Paolo Gulisano (che reca la Prefazione dell’arcivescovo di Armagh, Primate di tutta l’Irlanda) dà il suo contributo a questo nobile proponimento di salvaguardia dell’identità: un esempio da seguire anche altrove.
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J.R. Walsh – Th. Bradley, A History of the Irish Church 400-700 a.D., Columba Press (Dublin), pp. 192.
Tratto da La Padania del 16.III.2004.
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