giovedì 24 novembre 2011

Dare scacco matto alle Morte!!!

Certamente, molti di noi, siano o meno dei valenti giocatori di scacchi, vorrebbero avere la possibilità che ha avuto il nobile cavaliere Antonius Block da Sorella Morte nel film il Settimo Sigillo; la possibilità di poter mettere almeno discussione l'arrivo della nostra ultima ora, e poter così avere l'occasione e l'ardire   di poter ripetere, quanto Antonius Block dice alla morte, quando gli chiede il perché di questa sua richiesta (Una partita a scacchi per vincere la vita.)
«Perché voglio sapere fino a che punto saprò resisterti
e se, dando scacco alla Morte, avrò salva la vita.»
La morte non vince la partita con Antonius ad armi pari, del resto il suo opposto, la vita stessa,
si basa se fosse un gioco sarebbe un gioco d'azzardo!!!. È infatti Antonius che lascia la possibilità alla morte di modificare la disposizione dei pezzi sulla scacchiera; infatti, nel film, con un movimento del braccio, il cavaliere colpisce intenzionalmente la scacchiera facendo cadere alcuni pezzi, che la morte sposterà in maniera tale da poter vincere.
Lascio a chi mi legge la considerazione che si trae da questo film in cui chi vince è la sola persona che ha la possibilità di barare, e cioè la morte;
  • ANTONIUS: Allora la vita non è che un vuoto senza fine! Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo in un nulla senza speranza.
  • MORTE: Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose. 

              Ingmar Bergman, da Il settimo sigillo

Se "Noi (io) siamo (sono) la freccia",  e l'arco, è quel momento che ci fionda nel mondo (la Nascita,) verso quell'immancabile bersaglio che è la MORTE ,  (io voglio) noi dovremmo sforzarci di disegnare una bellissima parabola prima di fermarci  sul bersaglio finale che smorzerà in un solo istante la nostra forza vitale.

Questa metafora della vita e della morte raccontata attraverso un gesto a noi familiare possiamo trovarla anche in questa bellissima poesia di uno dei miei autori preferiti J.C. IZZO che in "Etat de veille" riassume così la vita dell'uomo.
Un bambino nasce
un uomo muore
una donna ride
un'altra piange
e tutta una vita
si dispiega
da un ventre caldo
ad una tomba fredda.
Da un punto di vista cattolico invece più che il tema del trapasso, questo film ci pone di fronte ad un interrogativo più grande, e cioè il rapporto tra l'uomo e l'onnipotente, di fronte alla caducità della vita, attraverso un percorso che porta il protagonista a confrontarsi con la paura e la disperazione degli uomini di fronte alla morte, un timore che è anche sinonimo della mancanza di fede.
Secondo un'interpretazione il messaggio del film è che la fede vince anche la morte, che è anche il messaggio originario dell'Apocalisse.

« Quando l'agnello aperse il settimo sigillo nel cielo si fece un silenzio di circa mezz'ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe »

(Apocalisse 8,I)

Interessante é la visione dei frammenti dell'intera partita a scacchi di Antonius contro la morte.

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