domenica 20 novembre 2011

Che cosa è il Flight Shooting

E' intenzione della nostra compagnia  preparare una evento forse per molto in può fuori dal normale ambito della classiche gare tra arcieri:  stiamo aspettando le autorizzazioni per programmare per  il mese di Aprile- Maggio 2012  una gara di Flight Shooting..... Lo scorso anno, alcuni di noi avevano partecipato alla gara organizzata dalla compagnia 07LION di S. vito al Tagliamento.... e dobbiamo dire che tanta è stata la nostra soddisfazione a partecipere a questo (per noi) nuovo gioco che vogliamo organizzarlo per riunire intorno a noi gli amici di ieri (e quello di domani).
Aprile 2011 - La disfida di Rosa
In attesa che questo evento prenda forma eccovi alcune informazioni su questa particolare disciplina di tiro con l'arco.
L'articolo che segue è stato tratto dal sito degli Arcieri di Misa.
Luciano Cecili all'Ivampah-California nel 1999.
Nell'ambito dell'arcieria il Ffight shooting, (tradotto alla lettera) tiro di portata, consiste nel cercare di scoccare una freccia alla maggior distanza possibile.
I migliori esponenti di questa specialitý furono i turchi che per secoli si cimentarono ininterrottamente ottenendo risultati incredibili: basti ricordare le 972 iarde (metri 889,43) raggiunte nell'anno 1798 dal sultano turco SELIM IIIƒ alla presenza dell'Ambasciatore inglese R.Kinslie che ne diede conferma. Questa misura Ë stata superata solo in epoca moderna negli Stati Uniti d'America grazie all'impiego di materiali plastici.

Furono appunto gli americani a far rivivere il tiro Flight agli inizi del nostro secolo, dopo un lungo periodo di buio assoluto su tutta l'arcieria mondiale.
Negli ultimi 30 anni il regolamento di questa disciplina Ë stato ben definito e dal 1998 alcune specialitý sono state riconosciute dalla FITA, divenendo cosÏ quello che era il campionato americano di tiro a distanza , il campionato del mondo a tutti gli effetti.
Il tiro Flight Ë suddiviso in varie classi:
  • Donne e juniores tirano con 35 libbre, 50 e libbraggio illimitato.
  • Le classi maschili con 50 libbre 70 e libbraggio illimitato.
Le tipologie d'arco sono cosi' suddivise:
  • Arco primitivo semplice - costruito in solo legno,
  • Arco primitivo composito semplice - in legno con il dorso rinforzato da tendine,
  • Arco primitivo composito complesso - rinforzato con tendine sul dorso e lamine di corno sul ventre,
  • Arco stile turco costruito come il composito complesso ma con l'obbligo di scoccare usando l'apposito anello da pollice.
  • Arco ricurvo tradizionale - laminato in fiberglass o carbonio
  • Arco ricurvo speciale con finestra centrale, per il passaggio della freccia e impugnatura avanzata,>
  • Long Bow (Arco lungo) inglese, costruito in solo legno, anche se ammessa la stratificazione, senza appoggio per la freccia , con la sola concessione della corda sintetica,
  • Long Bow americano in legno ma con laminazione ( carbonio o fiberglas)
  • Arco compound a pulegge.,.eccentriche,
  • Arco podalico - (L'arciere disteso a terra con i piedi puntati su apposite staffe esegue la trazione sulla corda con entrambe le mani, e per ultima
  • La balestra.

Personalmente sono sempre stato affascinato da questo tipo di tiro a distanza fin da ragazzo, quando con archi fatti di canna o tratti da un semplice ramo d'albero, superavo con gran soddisfazione l'incredibile distanza di...100 metri!
Nel tiro Flight l'arciere Ë spesso anche il costruttore della propria attrezzatura, cosÏ anche io, per anni ho cercato di migliorare i risultati, studiando, insieme ad un veterano di questa specialitý, il mio collega felsineo Giancarlo Marchesini, la tipologia delle frecce, le punte, l'impennaggio, le corde, insomma tutti i particolari nei minimi dettagli, per ottenere sempre maggiori gittate.
Luciano Cecili in California nel
1999 dove con un arco ricurvo
ha conquistato nella categoria
illimitata il record mondiale.
Nell'ottobre dei 1995 ho partecipato, per la prima volta, un po' curioso, e un po' impreparato, al campionato americano, concludendo la competizione con modesti risultati personali metri 335 nel Long Bow americano con libraggio illimitato e metri 525 nella categoria ricurvo sempre illimitato.
Nell'ottobre di quest'anno mi sono presentato più agguerrito, dopo mesi d'intensa preparazione fisica e tecnica, con tre specialità d'arco ( il regolamento prevede che ogni concorrente possa sceglierne un massimo di quattro, con il diritto di scoccare sei frecce per ognuna) al Long Bow americano e al ricurvo, con i quali avevo gareggiato quattro anni fa, ho aggiunto l'arco primitivo semplice, da me costruito utilizzando lino di maciulla anche in questa categoria ho scelto il libraggio illimitato.
Dopo aver girato nei vari laghi secchi degli Stati Utah e Nevada, questa volta la competizione si Ë tenuta a Ivanpah Dry Lake Bed in California a circa 80 km. da Las Vegas.
Oltre alla partecipazione gli atleti statunitensi hanno preso parte alla competizione una squadra di arcieri inglesi, fra cui una donna e due italiani , il sottoscritto e Giancarlo Marchesini, ancora detentore di un record ottenuto alcuni anni fa con un Long Bow da 70 libbre.

Giancarlo Marchesini,
in Nevada nel 199
Da parte mia ho avuto la soddisfazione di battere tre record e di conseguenza vincere in tutte tre le specialitý nelle quali mi sono presentato.
Nel primitivo semplice ho raggiunto una distanza di metri 282,89 contro il vecchio record che era di metri 262,88 Detenuto dall'americano De Wajne Smith.
L'arco come ho detto in precedenza Ë stato da me ricavato da un solo pezzo di legno, la sua potenza Ë di 100 libbre, la corda in lino (non sono ammesse fibre sintetiche) le frecce costituite da un'asta di legno di cedro, con cocca in corno e le alette direzionali in penna naturale.
Per competere nella categoria Long Bow americano mi sono avvalso di un Martin da 105 libbre e una lunghezza di 70 pollici, corda in fast. Flight, frecce di legno di cedro brillante con punta in alluminio e penne naturali.
Il risultato Ë stato sorprendente, metri 438,12, superando il precedente record detenuto dall'americano Don Brown di metri 373,47 ottenuto nel 1995 usando un arco da 120 libbre e frecce di legno compresso.
Nel secondo giorno di gara ho ottenuto la mia terza vittoria, nella categoria arco ricurvo illimitato, usando un "Mamba2" prodotto dalla Martin con una potenza di 97 libbre che mi ha permesso di scoccare una freccia a 616,62 metri il record precedente apparteneva all'inglese Michael Willirich con metri 565,66 ottenuto perÚ ad una altitudine di 1834 metri.
Pi˜ di cosÏ non potevo sperare Ë vero che ottime misure le avevo giý raggiunte durante gli allenamenti qui nella campagna del bolognese, ma un conto Ë effettuare decine di tiri giornalmente, aumentando cosÏ nel gioco delle probabilitý la possibilitý di un lancio eccezionale; un altro fatto Ë puntare tutto soltanto su sei frecce delle specialitý d'arco che si sceglie.
Attualmente sto' pensando alla competizione del prossimo anno e alla possibilità di concorrere con altri tipi d'arco, per esempio il Long Bow inglese o il primitivo complesso, vedremo.... Intanto Vi saluto.
Luciano Cecili

Oltre ogni limite
Freccia con profilo barilato.
Il tiro in lungo non rappresenta soltanto una disciplina che permette di accedere ai Campionati del mondo, ma è anche una filosofia dove arco e frecce diventano lo strumento per vivere "sempre più lontani". Credo che ognuno di noi, almeno per una volta, abbia teso l’arco, alzato il braccio e scoccato una freccia in lontananza spinto dalla curiosità di vedere quale distanza poteva raggiungere. L’istinto atavico insito in noi che ci spinge verso mete sempre più lontane si è manifestato proprio in quel momento. L’occasione ci ha messo a disposizione due meravigliosi strumenti: un arco e una freccia. Ebbene, se la vostra curiosità non è stata ancora appagata e coltivate l’intenzione di avvicinarvi al tiro in lungo (flight shooting), dovrete conoscere non solo le basi tecniche di questa specialità ma, per eseguire un buon lancio, anche una serie di accorgimenti dettati da una lunga esperienza e che vi permetteranno di raggiungere via via distanze sempre maggiori.
Nel Campionato americano
Nella descrizione generale di questa disciplina sportiva voglio evitare per ragioni personali e logistiche il discorso riguardante l’arco ricurvo speciale, il compound, l’arco podalico e la balestra (attrezzi capaci di lanciare una freccia ad una distanza compresa tra i 1000 e i 2000 metri), preferendo invece rimanere nell’ambito degli archi cosiddetti tradizionali, vale a dire l’arco storico semplice (costruito in solo legno); l’arco in legno rinforzato sul dorso con tendine; l’arco composito in legno con tendine e corno e il longbow e ricurvo moderni, laminati in legno con fibra di vetro o carbonio. Nel Campionato americano, riconosciuto valido anche come Campionato del mondo, questi archi vengono suddivisi nei seguenti libbraggi: categoria fino a 35 libbre; categoria fino a 55 e categoria illimitata oltre le 50 libbre.
Esempio di alzo troppo orizzontale.
Ovviamente, le distanze maggiori si ottengono in quest’ultima categoria, anche se i risultati non sono esponenziali. Infatti man mano che si aumenta la potenza dell’arco, avviene una riduzione nel rendimento, considerando il rapporto che intercorre tra libbre e metri raggiunti. Per ottenere dei buoni risultati nelle competizioni di flight shooting, si dovrà tenere conto sia di una perfetta messa a punto che di una necessaria attenzione allo studio e alla scelta delle frecce. Un arco corto dopo il rilascio si chiude in modo più veloce di uno lungo, ecco perché a parità di libbraggio quello corto avrà sicuramente una gittata superiore. Nel longbow versione moderna e nel ricurvo il regolamento americano vieta, per rispetto alla tradizione, di scendere al di sotto di una certa lunghezza, perciò in quest’ambito cercheremo di competere con un arco il più corto possibile, rispettando i limiti che impone il suddetto regolamento.
Esempio di un alzo troppo verticale.
La lunghezza dei tre tipi di arco storici (che negli States vengono chiamati primitivi) è a libera scelta, per cui dovrete mirare all’uso di un arco decisamente corto, nonostante la sua costruzione risulterà condizionata in parte dal libbraggio richiesto e in parte dai materiali impiegati che dovranno essere obbligatoriamente naturali e quindi più soggetti al rischio di fratture. Indipendentemente dal materiale adottato per la preparazione delle corde (sintetico per archi moderni e naturali per quelli storici), dovrete mettere in atto gli stessi principi costruttivi per ottenere il massimo rendimento. Il mio consiglio pertanto è questo: preparate le corde del vostro arco in modo che siano il più possibile sottili, controllando nel corso degli allenamenti la loro integrità e sostituendole, specialmente se il filato è naturale, al primo segnale di cedimento. Una corda che si rompe può infatti compromettere la struttura dell’arco, quindi fate attenzione: sottile ma non troppo! Molto importante, poi, è il brace... nessuna tabella può dirvi qual è quello giusto, solo dopo una serie di numerose prove stabilirete con certezza la lunghezza ottimale della corda per ottenere la maggior gittata. Procedete quindi così: preparate una decina di frecce uguali tra loro e alcune corde di diversa lunghezza, confezionate con lo stesso materiale e aventi lo stesso numero di fili. Iniziate una serie di volée usando la corda più lunga o la più corta (come preferite), annotando con carta e penna le distanze raggiunte nei lanci, considerando la freccia caduta più lontano ma anche quella più vicino a voi. Dopodiché ripetete la serie di lanci più volte e confrontate i risultati differenti fra le varie volée. Ad esempio, nella prima volée si è toccata la distanza massima di 150 metri e la minima di 130; nella seconda una distanza massima di 155 metri e una minima di 135; nella terza una distanza massima di 152 metri e una minima invece di 138.

Armare l’arco con una seconda corda
Esempio di alzo corretto.
A questo punto avrete già stabilito quale deve essere il rendimento della prima corda. Armate poi l’arco con una seconda corda leggermente più corta (o più lunga a seconda di come avete iniziato), ripetendo il giochetto senza trascurare di annotare le misure raggiunte. Fino a quando le distane miglioreranno continuate le prove con altre corde di diversa lunghezza, se invece i risultati decresceranno, significa che avete superato il punto ottimale, per cui la penultima corda usata risulterà quella con il giusto brace. Misuratelo ora in maniera millimetrica dall’interno dell’impugnatura dell’arco al punto di incocco: da questo momento in avanti dovrete sempre rispettare nel modo più assoluto questa distanza. Il discorso sulle frecce risulta più complesso. Nulla vi condurrà verso la meta che vi siete prefissati come una giusta scelta delle frecce. Selezionate delle aste di diverso spine, restando ovviamente consoni alla potenza dell’arco e preparate alcune serie di frecce (una dozzina per ogni diversa rigidezza) e con un pennarello marcatele in numero progressivo da uno a dodici, dando il via ai lanci usando un solo gruppo per volta, prendendo poi nota delle distanze toccate al termine di ogni volée. Tenete presente che i lanci vanno eseguiti a parità di condizioni atmosferiche: un vento che aumenta di tanto in tanto o soggetto a cambi di direzione falserebbe sicuramente la realtà. Se procederete in maniera sistematica e corretta, constaterete dopo alcune settimane di allenamento che le frecce raccolte alla distanza maggiore risulteranno sempre appartenenti allo stesso gruppo, in sostanza saranno quelle con il giusto spine, mentre le altre saranno o troppo rigide o troppo elastiche e di conseguenza verranno accantonate.


Nelle competizioni sono consentite sei frecce
Come saprete, nessuna freccia anche se costruita in serie si comporta in volo esattamente come le altre. Nelle competizioni di flight shooting, il numero consentito è di sei, per cui dovrete operare un’ulteriore selezione, provandole e riprovandole per trovare le sei migliori da utilizzare in gara. In un tempo abbastanza breve giungerete alla conclusione voluta per le frecce di alluminio-carbonio reperibili in commercio e previste per le versioni di arco moderno ricurvo. Per quanto riguarda invece le frecce in legno, imposte negli altri tipi di arco, la ricerca sarà di certo più laboriosa, ma anche più interessante, dato che la preparazione di queste frecce dipenderà in gran parte da voi. Procuratevi aste di cedro della migliore qualità, mantenendo la parte centrale del diametro originale e rastremandone l’estremità per rendere il loro profilo barilato: la forma che ne deriva consentirà di effettuare un volo più aerodinamico permettendole, di conseguenza, una maggiore gittata. Non dimentichiamo che i Turchi, maestri nella specialità di tiro in lungo, furono i primi a capire e a mettere in pratica questo tipo di accorgimento. Tenete presente un particolare tecnico di grande importanza... il baricentro non dovrà mai essere davanti al centro geometrico, bensì leggermente spostato verso la cocca, in modo che la freccia durante il volo tenderà il più possibile a puntare verso il basso. Le qualità del legno, anche se della stessa specie, risultano a parità di misura e volume diverse per peso e struttura. Quindi, nell’intento di selezionare sei frecce, preparatene una serie di almeno venti, numerandole sempre in maniera progressiva.
La freccia al centro è quella che ha registrato l’impatto ottimale.
Dopo un periodo di prove, sebbene i lanci dipendano dalle variazioni ambientali e dal vostro modo di scoccare, arriverete a comprendere quasi matematicamente (dico "quasi" perché le varianti in gioco sono troppe) quali sono le frecce da prendere in considerazione e quelle invece da scartare. Abbiate la cura di segnare su ognuna il peso avvalendovi di una bilancina di precisione: un’avvertenza, questa, che vi servirà in futuro per la costruzione di nuove frecce in sostituzione di quelle rotte o andate perdute. Ogni arco necessita della propria freccia su misura, non solo come spine ma anche come peso: nel corso degli innumerevoli lanci noterete infatti come qualche grammo in più o in meno possano penalizzare il risultato. Questa selezione sistematica sarà molto impegnativa, armatevi quindi di infinita pazienza e di voglia di camminare, perché il recupero delle frecce e la misurazione delle distanze comporteranno un notevole dispendio di energia e di tempo. Non scoraggiatevi però! Insistete, i risultati alla fine vi premieranno. Grazie a questo costante modo di prepararmi ho potuto conquistare tre titoli mondiali!


Il pennaggio delle frecce
Affrontiamo ora il problema del materiale che ricopre il pennaggio delle frecce. Nelle aste in alluminio-carbonio sarà bene usare materiale plastico il più possibile rigido e sottile. Ottima, in tal caso, è la flonite, anche se in questo contesto i vari esperimenti serviranno a stabilire quali saranno il profilo e la superficie delle alette direzionali più adatte al raggiungimento del nostro scopo.
Un disegno di forma parabolica assicurerà ai timoni il massimo rendimento aerodinamico. A riguardo, la grandezza dovrà risultare il compromesso fra il minimo attrito creatosi sull’aria e la necessaria stabilità della freccia in volo.
In sostanza, superficie ridotta sì, ma anche in questo caso non troppo! Sta a voi trovare il meglio. Il discorso non cambia per le penne naturali che verranno fissate sulle aste di legno, sempre che abbiate l’avvertenza di incollarle comunque il più vicino possibile alla cocca. Come ultima cosa, prendiamo in esame la posizione di tiro: se non si esegue un rilascio pulito, se non si sfrutta in trazione la freccia fino agli ultimi millimetri della sua lunghezza, ma soprattutto se l’inclinazione dell’alzo risulta errata, tutta la preparazione effettuata in precedenza sarà inutile e i vostri sforzi vanificati. Tendere un arco, alzando il braccio che l’impugna esattamente a 45° di inclinazione e scoccare una freccia è praticamente impossibile. Posso però suggerire un metodo che vi aiuterà ad avvicinarvi molto alla posizione geometrica voluta. Piantate sul terreno d’allenamento un’asta di legno di circa tre metri, controllando che sia perfettamente verticale con l’aiuto di una bolla o di un filo a piombo. A questa poi ne sarà fissata un’altra di uguale lunghezza, formando con la prima un angolo di 45°. Mettetevi ora di fianco a questo attrezzo sulla linea di tiro: a questo punto occorrerà l’aiuto di un amico che, ponendosi a qualche metro da voi, avrà il compito di verificare il parallelismo, traguardando la freccia con l’asta di legno inclinata, correggendovi così l’alzo prima che avvenga la scoccata.
Se avete la fortuna di avere nelle vicinanze un muro, tracciate su questo una riga con un gessetto, oppure in prossimità di alberi tendete una corda, meglio se colorata perché sia ben visibile e ovviamente a 45°. L’importante è creare un riferimento sicuro. Si tratta di un accorgimento che sarà solo provvisorio, dato che dopo una buona dose di allenamenti, sorretti da una buona dose di volontà anche da parte dell’amico assistente, la vostra posizione verrà mentalmente automatizzata e potrete in seguito verificare che istintivamente l’alzo assunto varierà di poco dall’inclinazione geometrica ottimale. Durante la fase di recupero, infine, constaterete che le frecce conficcate sul terreno con un angolo di 45° saranno quelle che avranno percorso la maggiore distanza. Una freccia che al termine del volo finirà in posizione troppo perpendicolare al suolo, o troppo inclinata con il retro verso il basso, risulterà una freccia perdente. Per ora non ho altri consigli da darvi, se non quello di provare a mettere in pratica quello che vi ho descritto, integrandolo magari con qualche vostra idea. Ognuno di voi può contribuire, visto che la sperimentazione non ha mai fine. State pur certi che perseverando andrete con gioia a raccogliere le frecce sempre più lontano.
Luciano Cecili
E se pensate che per i nostri amati archi storici possa essere preclusa ogni partecipazione a queste gare con risultati di rilevo guardate questo video, e verificate la lunghezza del tiro misurata con un apparecchi laser (a fine filmato).

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