martedì 3 maggio 2011

Portobuffolè, un borgo dell'Alto Livenza

Veduta serale del borgo medioevale
Dopo la visita alla chiesa di San Giovanni dei Cavalieri a Prata di Pordenone, propostavi in questo blog nel mese di febbraio, non possiamo mancare di indicarvi  uno dei più belli e meglio conservati borghi medioevali vicini al nostro comune di resisdenza.
Portobuffolè è nota soprattutto per Gaia da Camino, personaggio storico del 1300, appartenente ad una delle famiglie più potenti del Trevigiano; la dama era molto conosciuta nella sua epoca tanto che Dante la cita nel sedicesimo canto del Purgatorio. Nel 1307 Gaia riceve in dono dal marito Tolberto da Camino Il porto fluviale di Settimo sul Livenza ora Portobuffolè , e vi si stabilisce con tutta la sua Corte, movimentando la vita di quel piccolo centro. Di stirpe Longobarda, la famiglia Caminese dominò il territorio Trevigiano e Bellunese dall'Alto Medioevo sino al XV° secolo.
Si entra in Portobuffole' dal ponte che immetteva alla Porta Trevisana e si arriva in piazza Beccaro, una piazzetta con acciottolato circondata da bei palazzi. Dalla piazza si arriva in breve a Casa Gaia, una splendida dimora del Trecento in cui visse fino alla morte, avvenuta nel 1311, Gaia da Camino immortalata da Dante nel XVI canto del Purgatorio.
La Torre Comunale del X sec. e' l'ultima che resta delle sette antiche torri del castello. E' alta 28 metri e costruita in laterizio. Sull'orologio si trovava il buco dal quale i condannati erano calati nella sottostante prigione. La casa ai piedi della torre era un tempo il Palazzo del Governo.
Sopra la porta del Monte di Pietà, fondato nel '500 dai Veneziani, vi e' un  raro esempio di "leon in moeca", quello dall'aspetto terrificante che veniva rappresentato in tempo di guerra.
Il Leone di San Marco domina anche in Piazza Maggiore: qui vi erano gli uffici pubblici e risiedevano le famiglie più importanti. La Casa Comunale ha un'ampia loggia ed eleganti finestre a sesto ovale. Reca in facciata iscrizioni e stemmi cinquecenteschi dei podesta'.
Prima di diventare chiesa cristiana, il Duomo era una sinagoga ebraica. E' stato consacrato nel 1559 e restaurato più volte all'interno e all'esterno.
All'interneo si trovano un crocefisso ligneo del '400 di scuola tedesca, un pregiato altare ligneo in radica rossa opera di un artista locale (1983) e uno splendido organo della casa Callido di Venezia con 472 canne di zinco e stagno, costato nel 1780 la bella cifra di oltre 4000 lire oro venete. Nei lavori di restauro dell'ex casa dell'Arcisinagogo, accanto al Duomo, e' apparsa una pietra con il candelabro ebraico a sette braccia e alcune lettere dell'alfabeto.
Dalla piazza si arriva al "Toresin" e a Porta Friuli, dove campeggia, sopra l'arco esterno, un Leone di San Marco che inneggia ai "diritti e doveri dell'uomo e del cittadino". Il Ponte Friuli, costruito nel 1780 in pietra cotta, in sostituzione del ponte levatoio in legno, e' a due grandi arcate e fiancheggiato da sei eleganti poggioli. Qui sotto scorreva il Livenza.
Fuori del borgo, sono da vedere la Chiesa di San Rocco con la Madonna della Seggiola, una scultura lignea del 1524; Palazzo Giustinian, costruito nel 1695 dalla nobile famiglia veneta Cellini e poi passato ai Giustinian; l'Oratorio di Santa Teresa, edificato dai Cellini, ricco di stucchi e affreschi; la Chiesa dei Servi, consacrata nel 1505.

Cenni di storia
Prima della nascita dell'attuale Portobuffole', sulla sinistra del Livenza c'era un umile villaggio di pescatori, agricoltori e pastori, la cui origine si fa risalire al terzo secolo avanti Cristo, chiamato Septimum de Liquentia. Septimum perche' distante sette miglia dall'antica città di Oderzo (Opitergium). La storia locale cristiana ricorda Septimum tra il 620 e il 700 d.C. in occasione della traslazione del corpo di S. Tiziano da Oderzo a Ceneda.
Più tardi, in un documento del 997, apparve invece il termine "castello".
In quell'anno venne stipulato un contratto d'affitto tra il Vescovo di Ceneda Sicardo e il Doge di Venezia Pietro Orseolo II°. Dopo un periodo di probabile dominio carrarese, il castello di Portobuffole' passo' al patriarcato di Aquileia. Nell'agosto 908, l'imperatore Berengario, su preghiera della moglie Bersilia, donò il castello al vescovo di Ceneda Ripalto.
Si avvicendarono altri feudatari. Nel 1166 Portobuffole' passo' a Treviso, per ritornare nel 1242 ancora a Ceneda. Gerardo de' Castelli, istigato dai trevigiani, distrusse il castello, che fu ripreso e restaurato di nuovo dalvescovo di Ceneda.

Infine Tolberto da Camino, marito della famosa Gaia, figlia del "... buon Gherardo... ", immortalata da Dante nel XVI canto del Purgatorio, divenne signore di Portobuffole' il 2 ottobre 1307.
Il 4 aprile 1339 Portobuffole' passo' a Venezia. Più tardi i Genovesi obbligarono i Veneziani a cedere la Marca Trevigiana all'arciduca d'Austria, che la vendette a Francesco di Carrara. Una rivolta popolare riporto' Portobuffole', ancora una volta, a Venezia.
Dopo una breve parentesi di dominazione turca, Portobuffole' conobbe, sotto  il dominio veneto, un periodo di grande splendore. La Repubblica Veneta concesse il titolo di Citta', lo stemma gentilizio ed un podesta', che  rimaneva in carica solo 16 mesi, con ampie mansioni politico-amministrative.
Portobuffole' divenne capoluogo di mandamento, sede di avvocati, notai, architetti ed artigiani, importante ed attivo centro commerciale e culturale.
Nel 1797 Portobuffolè passò sotto il dominio francese. Con la pace di Campoformido, il Veneto passo' all'Austria e per Portobuffole' inizio' il declino. Perdette infatti il tribunale di prima istanza ed il Municipio.
Nel 1807 cessò di essere anche distretto e nel 1816 la frazione di Settimo passo' al comune di Brugnera fino al 1826.
Portobuffole' diede il proprio contributo per l'unita' d'Italia; alcuni giovani infatti andarono in Piemonte come volontari.
Il 15 luglio 1866, tra l'entusiasmo popolare, entro' nella cittadina il primo drappello di soldati italiani. Anche nella grande guerra 1915/18 soffri' lutti e nel dopo guerra sopporto' la crisi economica e l'emigrazione. Dignitoso fu l'atteggiamento della popolazione durante il periodo fascista. Nel secondo conflitto mondiale 1940/45 sopporto' pesanti lutti e nuove emigrazioni oltre Oceano.
Pian piano il paese risorse e divenne ben presto patria del mobile, grazie all'intelligenza e la tenace volonta' della popolazione.
Luoghi da visitare
La cittadina è un piccolo gioiello rinascimentale protetta da sud est dal Fiume Livenza, decentrata dal traffico commerciale della provincia. Portobuffolè fiorì come importante scalo fluviale sotto il dominio della Repubblica di Venezia, e la sua importanza economica seguì il declino della Serenissima. Per visitare il centro storico si passa su di un ponte che valica il vecchio letto del fiume Livenza, per poi ammirare Porte Priuli, la Torre Comunale, la Loggia, il Duomo, il Torresin, tutto in stile romanico. La Torre Comunale faceva parte di un sistema difensivo di sette torri. Da visitare nel centro storico Casa Gaia da Camino, tipica casa del 1300 con le tradizionali bifore e un porticato, ora sede di un museo, dove si possono ammirare affreschi del 14° secolo, che ritraggono guerrieri e personaggi del tardo medioevo.
Uno degli affreschi più importanti rappresenta la città fortificata protetta da un’aquila, simbolo della famiglia Da Camino. Casa Gaia ospita anche il Museo del ciclismo e periodiche rassegne d'arti figurative. Le esposizioni sono inaugurate il sabato antecedente il mercatino dell’antiquariato che si svolge ogni seconda domenica del mese.
Appuntamenti:
  • 25 aprile, Scampagnata sui Prà dei Gai, manifestazioni sportive, paracadutismo, canoa, ciclismo
  • primo sabato e domenica di giugno, Rievocazione Storica "Portobuffolè XIII secolo": manifestazione storica in costume medievale, cena medievale, tornei equestri
  • ultimo sabato di agosto, Antica Fiera di Santa Rosa, esposizione bestiame, attrezzi agricoli e animali da compagnia 
 

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