Continuando con il nostro girovagare alla ricerca dei posti più belli da visitare, incontriamo a pochi chilometri da Brugnera e posta ai margini del borgo medioevale di Prata di Pordenone, la chiesa di San Giovanni dei Cavalieri Gerosolimitani un edificio eretto nella prima metà del 1200 con annesso Ospizio.
La chiesa Priorato dei Templari e poi dell’Ordine di Malta , patrimonio dell’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, è stata cappella gentilizia e utilizzata come sepoltura dei Signori di Prata, come testimoniano i sarcofagi e le pietre tombali, nonché i più recenti ritrovamenti.
Teniamo presente che la signoria territoriale dei Conti di Prata giocava a quei tempi un ruolo essenziale nei rapporti fra la Marca Trevigiana ed il Patriarcato di Aquileia e comunque continuerà ad avere, per tutto il XIV secolo, un importante ruolo di mediazione fra i domini veneziani, il Friuli patriarcale e la Contea di Gorizia.
Nel 1262 il conte Guecello II vi veniva sepolto, per sua volontà. …. Irriducibile ghibellino, aveva combattuto a fianco di Ezzelino III ritirandosi, dopo la tragica fine degli ultimi da Romano, nei suoi possedimenti di Prata.
Interno della chiesetta |
Il fasto di questo evento fu l’ultimo nella storia del luogo, poiché nel 1419 il vicino castello fu distrutto ponendo fine al dominio dei Prata sul territorio.
Dopo la distruzione di Prata il 23 settembre 1419 da parte dei veneziani, in cui la chiesa venne risparmiata, abbandonata dai cavalieri, andò progressivamente in rovina.
Dopo la distruzione di Prata il 23 settembre 1419 da parte dei veneziani, in cui la chiesa venne risparmiata, abbandonata dai cavalieri, andò progressivamente in rovina.
Più volte nei secoli ampliata e restaurata, la chiesa subì anche l’incuria e il degrado, fu rifatta e rinfrescata nel Cinquecento, ma è stata recentemente, è stata oggetto di un pregevole restauro e di lavori di consolidamento, durante i quali la pavimentazione è stata rimossa e sono stati studiati gli interessanti ritrovamenti, in particolare le numerose sepolture e alcuni manufatti.
L'orto botanico |
La chiesetta di San Giovanni, assieme alla chiesa di San Simone di Prata di Sopra è l'unica testimonianza della Prata medioevale.
Nel 2007-2008, la Chiesa é stata sottoposta ad una importante opera di restauro grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e durante il quale sono venuti alla luce interessanti ritrovamenti archeologici. Restauro e ritrovamenti che sono stati oggetto di una pubblicazione uscita nel Maggio 2009 dal titolo "I Cavalieri Invisibili", opera ancora disponibile ed in vendita al pubblico.
Anche quest' anno, per tutto il mese di giugno si terrà la Festa di San Giovanni, giunta nel 2011 alla diciannovesima edizione. Spicca in questi festeggiamenti lo spessore degli eventi che si caratterizzano in tre momenti:
- Il primo è la santa messa cantata in gregoriano
- Il secondo è il concerto medioevale che viene eseguito filologiacamente con strumenti e stile adeguati al periodo storico; nel corso delle precedenti edizioni si sono la chiesetta ha dato enfasi ai maggiori gruppi misicali e vocali di musica antica
- Il terzo momento che vive la festa è il banchetto all'aperto. Con l'uso di sole torce per illuminare, le pietanze anch'esse rigorosamente medioevali , vengono consumate secondo le usanze dell'epoca che non prevedevano forchetta e utilizzavano, per la carne, le "mense" (schiacciata di pane da mangiare assieme alla pietanza).a cura del Capitano
Breve storia della Chiesa di San Giovanni dei Cavalieri
(Tratto da www.altolivenzacultura.it)
Una colorita ricostruzione delle vicende storiche laiche e religiose della chiesa di San Giovanni é riportata in Prata medioevale" (Tipografia editrice E. Bellavitis, 1928) di don Giovanni Pujatti che dedica agli edifici sacri di Prata un capitolo intero. Riferisce infatti il Pujatti: "La chiesa di San Giovanni in Gerusalemme è assai antica: essa venne eretta, con l’annesso Ospizio, dal Sovrano ordine Militare e Religioso dei Templari. Esisteva certamente prima della metà del secolo decimoterzo perché ricordata nel testamento di Guecello II (7 agosto 1262) insieme con quelle di S. Lucia, dei SS. Simeone e Giuda e di S. Martino di Rivarotta.
Credo di non sbagliare nel supporre che la chiesa odierna risalga all'inizio del secolo decimoquarto, e sia stata eretta in luogo della prima distrutta od abbattuta. Infatti lo stile è del Trecento, come sono del Trecento tutti i monumenti che ci restano: del 1325 il sarcofago di Pileo I, del 1330 la forma funeraria del primo cappellano conosciuto, del 1338 la forma funeraria del "Praeceptor Ferrariae" e del 1340 circa di quella del religioso suo vicino, del 1344 infine il sarcofago di Nicolò I e di Caterina di Castrocucco, mentre non ci è dato di rinvenire la tomba di Guecello II che noi sappiamo sepolto in questa Chiesa. Certamente la tomba del fiero ghibellino venne distrutta colla rovina della prima chiesa. Dove furono sepolti tutti gli altri conti? Non lo sappiamo. Non ci restano che i due sarcofagi di Pileo I e di Nicolò: forse molte tombe saranno celate sot-to il pavimento della chiesa che si sente in più punti risonare.
Degli scavi bene diretti getterebbero certamente più d'uno sprazzo di luce sulla storia della nobile famiglia dei Prata e della società d'allora. Le leggende medioevali sono poco attendibili dal lato storico, ma talvolta, non sono del tutto da disprezzarsi. Vuole la leggenda che una via sotterranea mettesse in comunicazione la chiesa di San Giovanni Gerosolimitano con il castello; ora i custodi della chiesa avendo fatto, anni or sono, degli scavi, trovarono appunto un corridoio sotterraneo, che dalla porta maggiore della Chiesa si dirige verso il Meduna. La chiesa di San Giovanni era officiata dai religiosi dell'ospizio ed il Priore era tenuto a pagare un censo annuo al Vescovo di Concordia; un documento dell'anno 1344 ricorda le decime pagate dal Priore medesimo al Pontefice.
Fra i Priori di San Giovanni la storia non ci ha tramandato che il nome di due: di Fra Artico (21 marzo 1358) e di Fra Daniele, presente nel 1382 al testamento del Conte Riccardo. La chiesa aveva dei legati, come quello di Guecello II (1262) e quello di Cardinal Pileo, che nel suo testamento (4 ottobre 1399) ordinava la vendita dei suoi possedimenti in Fiume per la chiesa di San Giovanni e l'onere d'una Messa per una settimana, più quella dell'anniversario. Con l'andar del tempo, distrutta Prata e venuti meno i proventi, la chiesa fu concessa in commenda ed un’arma gentilizia dipinta sopra gli stalli del coro, in cornu evangelii, ricorda il fatto.
Blasone Antichi Prata |
Con quella di San Simone, la chiesa di San Giovanni è la più antica costruzione di Prata. Cappella gentilizia dei Prata, il tempio fu il luogo di sepoltura prediletto dei conti e dei notabili locali, che la affrescarono con ex voto. All'apice della sua fortuna ebbe l'onore di ospitare perfino il Papa. Scampata alla rovina di Prata, rasa al suolo nel 1419 dai Veneziani, la chiesa andò incontro ad un lungo declino, in cui, passata in commenda dal 1456, conobbe l' abbandono e il concreto rischio di venire demolitaProponiamo di seguito un' agile cronologia di fatti significativi riguardanti la chiesa di San Giovanni ripresi da "Annali di Prata" (Pordenone 1964) di don Giovanni Pujatti.
11 aprile 1316: "Un disastroso incendio combuxit totam Pratam. L'incendio, iniziato in un officina di fabbro, si propagò in breve alle case vicine, molte delle quali erano fabbricate di legno e coperte di paglia. In questa circostanza rovinarono, fra gli altri edifici, le Chiese e gli annessi ospizi di Santa Maria dei Battuti e di S. Giovanni dei Cavalieri".
1 febbraio 1360: "Prata si servirà per le tumulazioni di tre Cimiteri, quello di San Giovanni, quello di Santa Maria dei Battuti e quello parrocchiale di Santa Lucia. In San Giovanni venivano tumulati i Cavalieri di Rodi, i Nobili Feudatari della Terra e poche persone cospicue, in Santa Maria dei Battuti i Confratelli della Fradaia ed i Toscani fondatori; in S. Lucia infine venivano inumati tutti gli altri fedeli".
4 ottobre 1399: "...carico d'acciacchi, (il cardinale Pileo) fa testamento, lasciando i beni di Fiume alla Chiesa di San Giovanni di Prata - la chiesetta del suo cuore - con l'onore d'una Messa settimanale più l'anniversario".
20 maggio 1409: "Papa Gregorio XII, incontrato a Corbolone dal Conte Guglielmino e scortato da armati di Prata e di Porcia, entra trionfalmente nel Castello di Prata. Il 24 maggio il Pontefice, assistito dai Cardinali e dai Prelati che lo accompagnavano, tiene il pontificale nella Chiesa di San Giovanni".
26 maggio 1409: "Papa Gregorio XII lascia Prata per Cividale".
Settembre 1419: "Le truppe venete, occupata Prata, eseguiscono troppo alla lettera il decreto del Senato Veneto. Il Castello viene distrutto, distrutta la Villa e le fortificazioni della Terra. Fanno deviare sulle rovine dell'infelice Prata le acque del Meduna, rovinando gli argini, e portano a Venezia e nelle Ville vicine quanto trovarono di meglio, come ne fanno fede i vari testimoni. Un proverbio corre sulla bocca di tutti: "Così Prata fu disfatta e se la fatta". e l'altro: "Prata de la gran cintura - che de' Veneziani no gà paura - ma i Veneziani i gà una piata - che in due giorni dasfarà Prata - e i ghe l'à fata".
1552: "Viene restaurata la Chiesa di San Giovanni di Prata".
1767: "La parrocchia di Prata disponeva di tre Chiese: la Parrocchiale, San Simone e San Giovanni. Per favorire i vari fedeli e tener fede agli accordi presi con la Commenda Lippomano, i Parroci erano soliti celebrare in Santa Lucia la prima e la terza domenica del mese, la seconda in San Giovanni, e la quarta - più tutte le feste degli apostoli - in San Simone".
4 settembre 1866: "L'arciprete e vicario foraneo don Antonio Brunetta informa la Curia vescovile che, trovandosi stanziati a Prata un reggimento di Granatieri, questi si sono acquartierati per cinque giorni nelle chiese di San Simone e San Giovanni. Don Brunetta domanda se sia il caso di ribenedire i detti edifici".
1882: La Chiesa di San Giovanni in Gerusalemme, nonostante i restauri del 1876, versa in pessime condizioni. Il Pio Istituto Querini-Stampalia propone alla Fabbriceria di Prata di liberarsi una volta per sempre di quel livello perpetuo, demolendo la storica Chiesetta e passando alla Parrocchia lire cinquecento annue, con l' obbligo al Parroco di soddisfare i vari Legati. I pratesi - e ben a ragione - non accettano. S. Giovanni, pel momento è salva; ...e domani?
(Tratto da www.altolivenzacultura.it)
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