Nella splendida cornice della cittadina medioevale di Cividale del Friuli oggi, 6 Gennaio 2011, in una fredda giornata resa ancor più suggestiva da una inaspettata nevicata il Gruppo Arcieri Medioevali della nostra associazione ha partecipato alla rievocazione storica della MESSA DELLO SPADONE assieme alla compagnie d'arme del coordinamente della TAGLIA GHIBELLINA con il compito di scorta d'arme al Patriarca.
Un pò di storia.....La "Messa dello Spadone", che si celebra il giorno dell'Epifania a Cividale del Friuli nel Duomo cittadino, è un rito religioso di cui non si ha ancora una precisa documentazione che ne indichi l'origine e il significato. Nel tempo, diversi storici hanno cercato di svelare il "mistero" che avvolge questa antica cerimonia con diverse interpretazioni, spesso frutto di una fervida fantasia. Di sicuro si tratta di uno dei riti liturgici più singolari e suggestivi che la Chiesa ha conservato. L'appellativo "dello spadone" deriva dal fatto che, durante la cerimonia liturgica, fa la sua comparsa una spada, appartenuta al Patriarca Marquardo di Randeck, che il Diacono usa, in diversi momenti, sollevandola e fendendo l'aria in segno di saluto o benedizione, quando si rivolge al clero disposto nel coro e ai fedeli.
La tesi più accreditata è quella che vuole dare alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all'atto del suo insediamento. Il Patriarca, infatti, era anche uomo d'arma in quanto deteneva il potere "temporale" di un vasto territorio: il Patriarcato d'Aquileia. Questa tesi può essere ulteriormente avvalorata dal fatto che il Diacono, con in testa un elmo piumato, durante alcuni momenti del rito impugna con la mano destra la spada e con la sinistra l'Evangeliario.
La tesi più accreditata è quella che vuole dare alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all'atto del suo insediamento. Il Patriarca, infatti, era anche uomo d'arma in quanto deteneva il potere "temporale" di un vasto territorio: il Patriarcato d'Aquileia. Questa tesi può essere ulteriormente avvalorata dal fatto che il Diacono, con in testa un elmo piumato, durante alcuni momenti del rito impugna con la mano destra la spada e con la sinistra l'Evangeliario.
La messa ha inizio con la processione del clero che esce dalla sacrestia secondo un preciso protocollo: il primo ad uscire è un chierichetto con una croce astile in argento, ai suoi lati due ceroferari con i loro candelieri; seguono i canonici ( un tempo una quarantina) con la cappa magna e le insegne di conti di Tolmino; il Suddiacono e il Diacono con in testa l'elmo piumato, la spada impugnata con la destra e l'Evangeliario appoggiato al petto sorretto con la sinistra; il celebrante con a fianco il maestro delle cerimonie seguiti da altri chierici che chiudono la processione. Salita la gradinata che porta al presbiterio, tutti si arrestano davanti all'altare (sormontato dalla famosa Pala d'argento dorato del Patriarca Pellegrino I), si voltano verso l'assemblea e il Diacono si fa avanti sino al limite della gradinata e con la spada vibra tre colpi in aria in segno di saluto o benedizione. Il celebrante si avvia all'altare e i canonici dell'insigne Collegiata di Cividale prendono posto nel coro. Il Diacono consegna la spada e l'elmo a due chierici mentre il libro dei Vangeli viene deposto sul leggio. La Messa sino all'Epistola si svolge in rito Romano. L'Epistola è cantata dal Suddiacono in antica melodia aquileiense. Prima della lettura del Vangelo il celebrante incensa il Diacono che si rimette l'elmo, prende la spada e L'Evangeliario e, accompagnato dai chierici e dai ceroferari, si porta nuovamente al sommo della scalinata per ripetere i tre fendenti di spada in aria.
La spada, di forma tedesca e lunga cm. 109 (i Cividalesi la chiamano "spadone") appartenne a Marquardo von Randeck, Patriarca dal 1366 al 1381 Il suo nome è inciso sulla guardia dell'elsa, di ottone argentato e finemente lavorato, che riporta anche la data della sua investitura a Patriarca di Aquileia: 6 luglio 1366 "AN° MCCCLXVI DIE VI IVL - TEMP.RE MARQVARDI PATR." Dopo la cerimonia la spada viene riposta in una guaina di cuoio rivestita di seta bianca.
L'elmo, di foggia cinquecentesca, è di cartone rivestito di cuoio riccamente decorato. Ha come cimiero un dragone e, sulla fronte, tra due campi rossi ed in mezzo ad una foglia d'acanto, reca l'immagine di Santa Maria Assunta, titolare della Basilica. E' reso ancor più appariscente da piume di colore rosso, bianco, giallo e azzurro.
La figura di Marquardo e' molto importante per la storia del Friuli. Fu proprio il vescovo-conte bavarese a promulgare nel 1366 le 'Constitutiones Patriae Forijulii' - un vero e proprio codice etico-giuridico - che rimasero in vigore fino al XVIII secolo fornendo la struttura legale pe rlo sviluppo della 'Piccola patria'.
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