domenica 1 aprile 2012

Noi siamo la freccia?

Chi mi conosce sa che rifuggo il luogo comune, tanto che esso sia il luogo del dire che del fare e quindi non aspettatevi niente di arcieristicamente valido, da questo post che parla solo  di sensazioni ed in cui gli unici rumori sono quelli della vostra  coscienza. Insomma volevo scaricarmi un pò e così mi sono trovato a ballare sopra la tastiera.... ha ragione chi troverà il seguito del post solo una grande cazzata.....
.....difatti la vita una gran bella cazzata che, come il volo di una freccia, trova il suo tempo tra lo scoccare (del dardo) e l'impatto devastate contro un bersaglio che non siamo mai pronti ad abbracciare: la morte..... Ma il bello del gioco sta proprio nel mezzo, e per me, è un gioco a cui è giusto partecipare con sincerità, e con quel pizzico di cattiveria che ti permetta di essere la freccia in volo e non la freccia che aspetta di morire sul bersaglio.

Oggi sapevo che il campo di tiro era libero....... e quindi potevo dedicare due ore solo a me e alle mie mie passioni ma sopratutto a me stesso in compagnia di quella compagna sincera che troppo spesso trascuriamo lasciandola a casa: la nostra coscienza..... Il sole tiepido ed una leggera brezza si prestavano a esser il basamento su cui poggiare tutto il mio pomeriggio e così mi sono ritrovato a passeggiare tra una piazzola e un'altra, del nostro campo di tiro, e a non stupirmi mentre osservavo il volo della mia freccia che attraversava il tempo tra lo scoccare e la sua morte sul bersaglio. Ancora una volta stavo, attraverso il tiro con l'arco,  osservando quanto bella e variabile fosse la mia vita.

Ogni qualvolta inizio un corso di tiro con l'arco, dedico la prima lezione a spiegare cosa sia, per me, il tiro con l'arco e per farlo capire indico ai ragazzi che potranno, se lo vorranno,  appartenere a due categorie di arcieri:
  • quelli a cui interessa solo colpire il bersaglio
  • quelli a cui interessa il volo della freccia e la bellezza della sua parabola.
Secondo me questa è l'unica differenza che divide chi pratica il tiro con l'arco. Molti affermano che la vera differenza stia nel tipo di approccio al tiro:
  • Il tiro mirato (proprio del tiro agonistico)
  • il tiro istintivo (proprio del tiro primordiale da caccia o da guerra)
Io sostengo che il tiro istintivo, che noi pratichiamo, sia giusto chiamarlo "tiro mentale", differenza o sottigliezza su chi torneremo a discutere.
Le rime, che fanno da cornice alla foto di apertura del post, fanno parte della poesia "Passerà" di Federico Maman raccolta nel libro "I nove giorni".


01 Aprile 2012 - Villa Varda

Nessun commento:

Posta un commento

Un tuo commento sarà una gradita informazione per tutti i lettori del blog....